Granelli di sabbia

Eccomi qua, a buttar giù i pensieri che ogni giorno mi affiorano e si accumulano nel traffico vorticoso della mia mente.. non so bene da dove iniziare, la storia è semplicemente la mia.. tatuata in ogni angolo del mio corpo, nei primi segni del tempo: le prime linee sul viso, i fili d'argento che, come dice lui che è la mia aria, saranno sempre di più..


Dopo anni di infelice radicamento in una esistenza che ormai - anche se colma e ricoperta dalle mie passioni, dai miei amori, dai miei sogni e dalla mia arte - non aveva più meta, mi strattono e credetemi, mi strattono a fatica tra le vie della mia città,  quella che mi aveva rubato il cuore. Milano, my God, se potessero vederti coi miei occhi innamorati.. gli inverni con il freddo pungente la mattina alle 7 per andare dai bimbi al pre scuola incuffiata e insciarpificata; le primavere con i primi fiori rosa dei viali, le pedalate piacevoli nel sole col muso rivolto verso i raggi quasi a volerli bere verso le mie visite guidate nei musei che con la luce della primavera e le gite delle scuole avevano quello zing in più; le estati.. wow che calde quelle estati; gli autunno con gli inizi dei lavori, delle attività che cambiavano ogni anno e con le esperienze sempre nuove, che tu Milano mi hai regalato.. la prima volta da sola, l'università, i lavori, le amicizie, le lacrime, i musei e il mio Duomo e la Villa: i miei amori.

Poi, dopo diversi anni, uno dei primi giorni di primavera, tutto si è fatto grigio, le strade irriconoscibili come se non mi appartenessero più e il mio cuore sempre più a pezzi.. le lacrime hanno smesso di solcare il viso, e i miei sorrisi son diventati sempre meno vivi. Da qui mesi di solitudine in mezzo a tutti in cui mi son sentita proprio sola.. non che mi dispiacesse, anzi non dico fosse cercata ma desiderata e così mi sono allontanata da chi mi dava dolore, da chi mi faceva piangere lacrime che non scendevano più, da chi mi rimproverava di non essere mai come si doveva essere..

Quell'estate ho vissuto e un raggio di sole ad agosto mi ha quasi baciata. Da lì un autunno e un inverno in piena salita, con ginocchia sbucciate per le cadute ogni tanto necessarie, case nuove e una dolcissima ritrovata, veri amici e la mia identità che si rispolverava piano piano e che si preparava alla primavera.

Ma il raggio di sole di quell'agosto c'è sempre stato al mio fianco anche se non fisicamente. Mi ha riscaldata, emozionata, rinvigorita, rinforzata, mi ha fatto vedere cosa vuol dire amare ed essere amati.

Dopo un anno così, Agosto è stato un viaggio, dove il paracadute lo lasci a casa perché verso questi viaggi si va con un po' di incoscienza e il resto viene da se. Da qui un nuovo mondo, dove non ci sono più io da sola perché il nostro mondo ce lo siamo costruito, ed è un mondo dove siamo noi, dove tutto è condiviso e dove possiamo fare tutto noi due insieme ma sopratutto dove possiamo essere noi stessi.

E poi arriva Ottobre.. o meglio.. e poi arriva Dubai.. eh sì proprio così perché, vedete, il raggio di sole era qui e mi ha dato il coraggio di mettermi in gioco.

Io così legata alle mie radici.. al mio lavoro, alla famiglia.. non troppo lontano da casa perché non posso farcela io, no no io non sarei mai in grado di mollare tutto e allontanarmi.. e invece è proprio andata così: ho chiuso una casa, salutato gli amici, abbracciato il cuore della mia famiglia e ho preso un aereo. Due bagagli e arrivo a Dubai. Col cuore in gola e le gambe che tremano.

Oh Dubai, trovare l'equilibrio qui è difficile.. un'altra lingua e un altro mondo. Sole, mare, caldo e che caldo, grattacieli, sabbia, culture, ostentazione di ricchezze, sfarzo, malls, Deira, cibo libanese e Burger Fuel. E per i primi mesi è andata così.

Poi con calma, cosa che io non ho perciò anche dopo un bel po' di sofferenza psicologica arriva il primo lavoro e poi finalmente i bimbi della Nursery.
Io questo lavoro lo adoro, non è stato semplice approcciarsi alle colleghe, io lo so son un pochino chiusa.. non so bene cosa mi abbia reso come dice lui "rustusa" ma il mio lato espansivo e friendly è per pochi. Ciò ogni tanto mi fa sentire un po' sola perché non ho stretto amicizie qui. Non so se è la lingua che non mi appartiene e forse mi fa sentire ancora un poco a disagio il fatto di non potermi esprimere in toto, anche se devo ammettere che giorno dopo giorno italiano e inglese si mischiano e a volte si compensano. Non so cosa sia davvero. Ma è così siamo noi e questo mi basta e non ho bisogno di altro e quando c'è bisogno di altro c'è skype che ti fa sentire un pochino più vicino all'Italia e ai nostri punti di riferimento.

Tra una esperienza e l'altra siamo in questa città da due anni insieme, tutti i giorni sempre insieme. E ogni tanto mi domando: ma questa è casa? E tutte le volte come la prima dico che la mia casa è dove siamo insieme, qui o là che differenza fa? Ci si evolve, si cresce, ci si adatta, ci si compensa quando manca qualcosa e non si smette mai di cercare e di fare. Ed eccoci qui, noi che siamo stati capaci di creare una vita, noi che dall'amore che abbiamo voluto e afferrato nonostante sembrava impossibile ci siamo radicati e stiamo disegnando il nostro mondo che è sempre in evoluzione.

Percui sì, Dubai è casa e credo che sia arrivato il momento di dire che mi stai entrando nel cuore anche se mi lamento sempre di te, anche se dico sempre che non mi piaci, in realtà sei la mia casa e se non fosse per te non avrei provato queste emozioni che mi scaldano il cuore tutti i giorni.   


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